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Telethon? no grazie

 
TELETHON: I PERCHE' DI UN "NO GRAZIE"

La maratona televisiva (Television marathon, da cui Tele-thon) per raccogliere fondi sulla ricera della malattie genetiche ha molto successo anche in italia. Come si può leggere su Wikipedia alla voce Telethon (pagina in cui si preavvisa che ne viene messa in dubbio la neutralità, visto che mancano i riferimenti alle controversie, come potete vedere nell'immagine), raccoglie da anni oltre 32 milioni di fondi.
  Rifiutarsi di sostenerla, anzi contestarla per la sperimentazione sugli animali che viene praticata nelle ricerche finanziate con i fondi raccolti, può essere facilmente oggetto di "colpevolizzazione" da parte dei sostenitori, che possono dipingerci come soggetti poco sensibili che preferiscono il topo al bambino, contestando ricerche che sono estremamente utili per combattere le malattie genetiche.
  Le cose però possono anche essere viste un po' diversamente come fa emergere - involontariamente, sia chiaro -  un articolo pubblicato nel lontano 2003.  
 
DISTROFIA E RICERCA:  dalle belle speranze …

   Ricerca/speranze per la distrofia - con le staminali ricostruiti nei topi i muscoli malati. Questo è il titolo di un articolo di Laura Ricci, apparso venerdì 11 luglio 2003 sulla pagina delle scienze del Sole-24 Ore..
  Lo potete leggere in fondo; leggiamone qui un po' perché esemplifica splendidamente l'effettiva portata di queste sperimentazioni sugli animali:  
  Le cellule staminali sono riuscite a riparare i muscoli di topi malati di distrofia muscolare. Prelevandole dai vasi sanguigni, coltivandole in laboratorio, correggendole con inserimento del gene sano  (negli animali malati è mutato) e reiniettandole nei topi stessi, ricercatori dell'Istituto San Raffaele, dell'Università di Roma (La Sapienza), di Pavia, dello Iowa (USA) e del Policlinico di Milano sono riusciti a riparare i muscoli distrutti dalla malattia. La speranza è che un giorno si potrà curare così anche l’uomo (seguono descrizioni tecniche dell’esperimento) Fibra per fibra, i ricercatori hanno misurato la forza muscolare nei topi trattati, in quelli sani e in quelli malati. In questi ultimi era minore del 30%, nei primi due casi era uguale. E anche il numero delle cellule contenuto dei muscoli, dimezzato nei malati, era pressoché normale negli animali trattati. Le staminali hanno dunque ricostruito il tessuto malato, ed essendo le cellule da loro generate sane, perché contenenti il gene corretto, teoricamente dovrebbero durare per tutta la vita dell’animale.
  A prima vista siamo knock-out: è veramente inammissibile contestare queste ricerche, che portano a simili promettenti risultati, per preoccuparsi della sorte di un po' di sorci. Effettivamente dovremmo andare in giro col burka per la vergogna...
Ma poi leggiamo:
  Sono convinto dell'importanza di questi risultati - ha detto Giulio Cossu direttore dell'istituto per le cellule staminali del San Raffaele e coordinatore dello studio - anche se non è ancora una terapia, né per i topi né per i pazienti.
  In altre parole, sono del tutto privi di utilità terapeutica concreta. E perchè? Proseguiamo nella lettura:
  Gli animali usati erano geneticamente uguali (come fossero tutti gemelli), creati per essere affetti da una forma indotta di distrofia di cingoli (colpisce spalle e anche). Bisognerà dunque valutare la bontà della cura su animali geneticamente differenti (perché la variabilità genetica implica una diversità di risposta) e più grandi: i muscoli di topi hanno le dimensioni di un'unghia, e nell'uomo ci sono molte più cellule da riparare; inoltre il vettore che serve per inserire nelle cellule il gene sano, il lentivirus, potrebbe essere pericoloso per l'uomo.
    
…alle brutte certezze

 
  In sintesi  l’esperimento è condizionato dal fatto che:
  1. i topi erano tutti identici;
  2. i topi sono diversi dagli altri animali;
  3. la malattia era indotta ed era di un tipo particolare;
  4. il lentivirus, che permette di trasportare il gene sano, potrebbe essere pericoloso per l’uomo!!!!
  In pratica di certo allora c’era solo l’annuncio di una valanga di altri esperimenti (con la relativa sofferenza e morte) su altri animali. Proseguiamo:  
  Per i malati, purtroppo, per ora non cambia niente.  Prima di poter iniziare a sperimentare sull'uomo, bisognerà continuare a studiare per almeno cinque anni, se tutto va bene - e non succede quasi mai.
  Ecco qua ben diversa realtà: risultati concreti per i malati “per ora” zero; e “per poi”? Minimo cinque anni, se tutto va bene, ma non succede quasi mai! Niente male per un esperimento che aveva ricevuto rilievo sulla stampa. Ed ora la sorpresa.
  Ma la volontà non  manca.  Per trasformare questi risultati in quella che un giorno potrebbe diventare una cura per una malattia fino a oggi contrassegnata da una lunga serie di fallimenti terapeutici, Telethon - già finanziatrice dal 1991, con 800.000 Euro  ( fra gli altri sostenitori anche la Fondazione Zegna e la Compagnia Il San Paolo) - ha deciso di investire 1.300.000 euro in sei progetti pre-clinici: a partire da questo studio i ricercatori cercheranno di mettere a punto un percorso di terapia genica, farmacologica e cellulare per curare, un giorno, la distrofia.
   E così chiudiamo in bellezza: la definizione "lunga serie di fallimenti terapeutici"  inquadra bene  il valore effettivo di tutti gli esperimenti su animali che regolarmente li precedono. Eppure il Sole 24-Ore non è certo un giornale "disfattista" o antiscientifico, avendo come azionista di riferimento Confindustria (di cui fa parte  anche Farmindustria); si possono quindi ritenere assolutamente attendibili - dal punto di vista dell’obiettività - le considerazioni tutt'altro che entusiasmanti sui risultati pratici di esperimenti per i quali vengono investite somme ingenti di denaro.
 Quali sono quindi le uniche certezze immediate che emergono da  esperimenti come quello descritto? Grave sofferenza e morte per gli animali e lustro per i ricercatori che – questo articolo ne è una lampante dimostrazione - con la pubblicazione delle loro ricerche e la divulgazione di questi risultati, sulla cui importanza lasciamo a voi ogni considerazione, riescono comunque a far crescere il loro prestigio nel mondo scientifico; inoltre questo può spalancare la porta - sempre come dimostra questo articolo – all’arrivo di ingenti finanziamenti per il loro lavoro.
  Chissà come mai la  constatazione sulla lunga serie di fallimenti terapeutici sulle cure per questa malattia non appare particolarmente evidenziata nelle campagne di Telethon….  

UN BEL NO DECISO E TRANQUILLO

 Si può dire che l'articolo è superato? Di sicuro non lo è in merito all'inaffidabilità del modello animale per le sperimentazioni. Vedete qui, 11 anni dopo, un articolo del Corriere della Sera - Salute che di fatto lo conferma; dopo l'esposizione dei risultati della ricerca, si conclude dicendo: Sempre tenendo presente la distanza siderale che esiste tra l’ottenere risultati apprezzabili su topi da laboratorio e l’utilizzo sull’essere umano di una terapia senza gravi effetti collaterali. Siderale, cioè stellare e ben sappiamo che fra le stelle la distanza si misura in anni luce...
  Ecco perché possiamo avere la coscienza tranquilla (ed evitare il burka) nel rifiutare i soldi per la ricerca su animali e quando qualcuno vi  chiederà soldi per Telethon (e simili), se volete rispondere “no grazie”, potrete risparmiarvi la spiegazione della vostra scelta, mandandogli il link a questo articolo.

P.S. risulta molto interessante ascoltare la versione dello stesso dottor Cossu sulla sperimentazione animale che trovate QUI (intervista del 2015) in cui afferma (fra l'altro) che ci sono sia (citiamo) l'obbligo assoluto di non farli soffrire, sia regole assolutamente rigide, e che gli animali siano utilizzati prevenendo per quanto possibile e cioè quasi completamente ogni sofferenza;  a fronte di questo evidenzia invece come gli animali sono allevati, macellati e trasportati al macello in modi barbari e come fosse stato annunciato lo sterminio dei ratti a Parigi con un veleno che causa una morte straziante in 24 ore;
quindi, secondo lui, attaccare prevalentemente la ricerca sugli animali, che ha regole rigide, è un atteggiamento fuorviante perché ignora o trascura tanti altri aspetti in cui gli animali vengono torturati, massacrati e sembra che questo sia meno importante; specifica inoltre che dovunque possibile loro riducono e sostituiscono gli animali e afferma che certamente siamo attenti che non ci siano sofferenze e questo non lo faccio solo io, lo fanno tutti sia per motivi di coscienza sia per le pene a cui saremmo esposti se violassimo queste norme. Stigmatizza infine che vengano fatte vedere foto ingiallite di quarant'anni fa con le scimmie con gli elettrodi impiantati in testa.

  Già, gli elettrodi impiantati in testa non ci sono più, come vedete nella foto, però leggendo l'articolo (e soprattutto le relazioni complete) non si capisce bene a chi si riferisca quel "tutti" quando il professor Cossu afferma che tutti sono attenti a che non ci siano sofferenze.

  Peraltro non si può che concordare con lui quando denuncia il silenzio sulle atroci sofferenze del veleno per topi.

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